mercoledì 4 giugno 2014

Sciarada




Opera neo-oggettuale. Fa parte del filone delle sedie/oggetto. Dove attraverso l'opera d'arte si giunge ad una interpretazione e declinazione dell'idea o concettualizzazione della realtà, o di un messaggio che vuole comunicare l'artista. Se un iniziale aspetto dell'interesse artistico per l'oggetto  si deve al movimento Dada e a Duchamp che compie sul manufatto un'operazione di trasferimento del significato oggettivo, con conseguente assegnazione di altra identità, per cui, se un oggetto  usuale viene decontestualizzato e posto in un contesto nuovo quale una galleria o un museo, ecco che automaticamente accade la sua elevazione al rango d'opera d'arte, con una disinvolta attestazione di nichilismo estetico;  si deve arrivare alla Pop Art con Rauschenberg, Jasper Johns, Olderburg, per una nuova stagione, diversa dalla prima, perché meno declinata all’aspetto provocatorio e molto più al “versante noetico”, come precisa Gillo Dorfles [1], e che, avviatasi a partire dagli anni ottanta, ha dato luogo a molteplici attività.
Sciarada

La funzione noetica rivela un mondo. L’attività noetica è, al di là dell'apparenza alla quale l'intelletto si arresta per ordinarla o interpretarla, l'espressione.  

Nella fenomenologia di Husserl la noesi è l’elemento soggettivo dell’esperienza, la pluralità degli atti con cui si coglie l’oggetto: percepire, immaginare, ricordare, giudicare [2]. Il ready made termine coniato dallo stesso Duchamp, rimuovendo l’apparato funzionale dal suo uso consueto, lo isola dal contesto e obbliga l'osservatore a valutarlo per se stesso, a scrutarlo con sguardo nuovo. Tutto può farsi "opera d’arte", il che è una maniera per rinsaldarne la dimensione noetica. Quello che importa, è la componente intellettiva che concediamo a qualsiasi esperienza, la quale può uscire di rotta, alienata su altri binari, e allora, anche senza che nulla cambi nel suo apparato fisico, essa accede nella sfera del merito estetico mutandone la semantica. La semantica va oltre la parola e cerca i legami e le relazioni con  la realtà extralinguistica. La semantica di cui ci si occupa in questo contesto non studia i rapporti tra le parole, mai tra i segni, “del rapporto tra segno e denotatum” (Gillo Dorfles), di qualcosa che è indicato; un oggetto capace di interagire con l’osservatore, dell'influenza dell'intelletto sulla materia, agendo sulla di lui coscienza.

La sedia per suo compito è adibita alla pausa, le sedie-oggetto, astanti di infinite soste, sono le custodi di riflessioni e considerazioni lente, si ammantano di vissuto, prendono in carico e si palesano a chi ad esse si approssima. Ho realizzato l’opera per un progetto legato all'attentato alle Twin Towers di NY. La seduta rappresenta un sistema di scatole cinesi che, contengono e, contemporaneamente mistificano la verità. Lo schienale, dato da elementi vegetali sclerotizzati, richiama le vite bruciate e nel contempo fuse con lo scheletro/struttura delle torri.
Ho usato del nero e del rosso per il loro potere evocativo e simbolico: il nero per il mondo occidentale è il colore dell’angoscia, del dolore, della morte e del lutto. Il rosso è prerogativa dei simboli del potere, della religione e della guerra; esso rinvia a due circostanze vive incessantemente nella storia: il fuoco e il sangue.
Maria Rita Orlando ©












[1] Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell’Arte d’oggi, Feltrinelli, 1999.
[2] Noesi, Enciclopedia Treccani.

 [La sciarada è lo schema enigmistico che richiede di saldare due parole per ottenerne una terza. È uno degli schemi enigmistici fondamentali e il suo nome è tra quelli appartenenti alla terminologia enigmistica che vengono usati anche in senso generico, come sinonimo di «rompicapo, problema difficile da risolvere» (assieme a enigma, indovinello, rebus e, in passato, logogrifo). Enciclopedia dell'Italiano – Treccani]






http://mariaritaorlando.wordpress.com/2014/06/02/sciarada/

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