[Nel 1969, la psichiatra svizzera Elizabeth Kübler Ross ha formulato una teoria sulle fasi di elaborazione del lutto, attualmente seguite dalla psicologia. Negazione, Rabbia, Patteggiamento, Depressione e Accettazione. Elaborare la perdita è fondamentale per poter riprendere a vivere nuovamente con serenità e per evitare che questa situazione possa cristallizzarsi e creare un trauma che può ripresentarsi nel futuro, sfociando in sintomi e disturbi.]
"Ciao, ma che roba è?!"
- "Niente, stavo facendo delle ricerche"
"Abbiamo qualche cadavere eccellente? Mi devi dire qualcosa?"
- "Non fare congetture, ti ho detto che sto facendo..."
"Delle ricerche, ho sentito. Ma conoscendoti, cosa c'è sotto? Chi dobbiamo seppellire? Preparo una vanga?"
- "Non ci provare..."
"..."
- "Non mi psicanalizzare. Usciamo?"
"Frena, dimmi la verità: ti sei stancata? Lo conosco questo sguardo, occhi taglienti e apatici post cocaina"
- "Non sparare cazzate. Lo sai che non uso droghe"
"Lo so, miss arrogante. Tu sei la droga [cit.]. Potresti essere più originale però."
-"Usciamo. - Se non ti va resta pure qui. Ma quando vai via chiudi la porta"
"Aspetta. Ferma"
- "Che stai facendo?"
"Ferma. Hai i capelli tutti arruffati. Te li sistemo".
- "Lascia perdere. Non mi va che mi si tocchino i capelli."
"Non temere, farò attenzione a non sfiorare la tua preziosa testolina. Nessun pensiero sarà attraversato."
- "Hai sempre voglia di scherzare. Esco. Adieu."
[Un attimo ed è sparita. Non occorrono altre parole. La conosci. Ha incontrato un punto cieco e questo la disturba. Qualcosa è sfuggito al suo controllo. In passato si sarebbe disperata, ma adesso... È cambiata. È diventata più lucida, chirurgica. Ha avuto buoni maestri direbbe lei. Se faccio in fretta la raggiungo.]
[È al telefono. Ride. Bene. Quelle sue risate che solo a sentirle ti sembrano un bonus aziendale].
-"È interessante come da un collezionista come te possano uscire parole come - Amore.
Uhm... No. Non mi interessa. Appartengo a me stessa.
- Dici? No, non ti abbandono.
- Sì. Dovremmo, un giorno di questi.
Chiudo, c'è gente."
- "Uh... Sei tu. Da quanto tempo sei qui?"
"Abbastanza."
[ Eccoli di nuovo. I suoi occhi. Le pupille farsi fessura. Mi attraversano e quel verde mi prospetta l'abisso].
- [Sorride.]
- "La mia coscienza. Lo sai che rischi la vita, vero?!"
" Amo il rischio".
- "Dovresti fare attenzione."
[Come siamo finiti qui?]
[ - Mi guarda...]
- "Non. Non fare il suo stesso errore. Non confondere vita e letteratura."
[Respiro].