sabato 17 giugno 2023

EMOZIONI

"Ciao, è un po' che non ci si vede. Che fine hai fatto?"

- "Niente di che. Sono stata in giro".

[Tipica risposta di conferma. Si sarà rotto qualche giocattolo.]

"Ti ho sentita cantare l'altra volta, era da tanto, hai ripreso?"

- "Non proprio, ma mi andava".

"Quindi intendi continuare?"

 [Accenna una smorfia che voleva essere un sorriso, ma gli occhi sono freddi. Nemmeno una parola.]

Mi piace ascoltare il vibrato della sua voce, un timbro da contralto, con suoni molto scuri, talvolta si confonde con una voce maschile quando canta. Ma diventa sempre più raro che lo faccia.

"Sei con me? Mi senti?"

- "Certo che sì. Sei troppo esigente. Pretendi sempre la massima attenzione. L'esclusiva...  

Continuo se ne ho voglia. Anche se, non ti nascondo che vedere il palco ha ridestato qualcosa. Ma..."

"Non ne hai fatto nulla, perché?"

- "Oggi siamo in vena di interrogatori?"

[Distoglie il viso e tronca il contatto visivo. Sono andato oltre. Forse. Sparirà nuovamente. Poi, inaspettatamente, dopo una lunga pausa di silenzio]

-"Ho bisogno di emozionarmi per vivere. Dovresti saperlo ormai."

[Eccola. La fiamma che arde ma non si consuma.]

"Lo so bene".


martedì 13 giugno 2023

APPLAUSI

La notizia è una di quelle che non passa inosservata.

-  [Non provo alcuna emozione, mi limito a fissare il vuoto. Non mi riguarda, non è affar mio].

[Poi] ti ritrovi a pensare come abbia travolto intere vite, compresa la tua. 

- [Sono uscita dalla mia zona di conforto e fatto sentire la mia voce, nell'utopia di un mondo diverso, forse migliore.  Acquiescenza, arrendevolezza, sopportazione non erano più verbi che mi riguardavano. La parola la mia forza e una luce interiore come faro]. 

Vivere in bilico sull'orlo di un precipizio era la costante, un vortice, che marchiava con tali lividi. 

[Un giorno] lasci tutto alle spalle, raccogli i pezzi e tamponi le ferite. Tanto dolore in nuvole di fumo. Terrore e qualche compagno a dividere solitudini. Si sopravvive alla devastazione ma si rimane dilaniati. 

- [La voce strozzata in gola. La paralisi attanaglia le corde vocali, un morso soffoca].

Fluisce il tempo opaco e silenzioso. Dimentichi.

Ti rivedi infine,  dietro un vetro smerigliato. Come se quello che hai compiuto non ti riguardasse. Non ti appartiene più. 

Accade poi [una sera] che ti ritrovi a vagare fino a notte fonda, il pensiero improvvisamente ritorna alla mente, ti sfugge dalle mani la tazza del caffè e imbratta il piano e le pareti, comprendi in un attimo, abbassando la guardia, in preda ad una debolezza, come si sporchi tutto. 

[Ha vinto ancora una volta]. 

Applausi.




domenica 4 giugno 2023

Respiro

 [Nel 1969, la psichiatra svizzera Elizabeth Kübler Ross ha formulato una teoria sulle fasi di elaborazione del lutto, attualmente seguite dalla psicologia. Negazione, Rabbia, Patteggiamento, Depressione e Accettazione. Elaborare la perdita è fondamentale per poter riprendere a vivere nuovamente con serenità e per evitare che questa situazione possa cristallizzarsi e creare un trauma che può ripresentarsi nel futuro, sfociando in sintomi e disturbi.]

"Ciao, ma che roba è?!"

- "Niente, stavo facendo delle ricerche"

"Abbiamo qualche cadavere eccellente? Mi devi dire qualcosa?"

- "Non fare congetture, ti ho detto che sto facendo..."

"Delle ricerche, ho sentito. Ma conoscendoti, cosa c'è sotto? Chi dobbiamo seppellire? Preparo una vanga?" 

- "Non ci provare..."

"..."

- "Non mi psicanalizzare. Usciamo?"

"Frena, dimmi la verità: ti sei stancata? Lo conosco questo sguardo, occhi taglienti e apatici post cocaina"

- "Non sparare cazzate. Lo sai che non uso droghe" 

"Lo so, miss arrogante. Tu sei la droga [cit.]. Potresti essere più originale però."

-"Usciamo. - Se non ti va resta pure qui. Ma quando vai via chiudi la porta"

"Aspetta. Ferma"

- "Che stai facendo?"

"Ferma. Hai i capelli tutti arruffati. Te li sistemo". 

- "Lascia perdere. Non mi va che mi si tocchino i capelli."

"Non temere, farò attenzione a non sfiorare la tua preziosa testolina. Nessun pensiero sarà attraversato."

- "Hai sempre voglia di scherzare. Esco. Adieu."

[Un attimo ed è sparita. Non occorrono altre parole. La conosci. Ha incontrato un punto cieco e questo la disturba. Qualcosa è sfuggito al suo controllo. In passato si sarebbe disperata, ma adesso... È cambiata. È diventata più lucida, chirurgica. Ha avuto buoni maestri direbbe lei. Se faccio in fretta la raggiungo.] 

[È al telefono. Ride. Bene. Quelle sue risate che solo a sentirle ti sembrano un bonus aziendale]. 

-"È interessante come da un collezionista come te possano uscire parole come - Amore. 

Uhm... No. Non mi interessa. Appartengo a me stessa. 

- Dici? No, non ti abbandono. 

- Sì. Dovremmo, un giorno di questi. 

Chiudo, c'è gente."

- "Uh... Sei tu. Da quanto tempo sei qui?"

"Abbastanza."

[ Eccoli di nuovo. I suoi occhi. Le pupille farsi fessura. Mi attraversano e quel verde mi prospetta l'abisso]. 

- [Sorride.] 

- "La mia coscienza. Lo sai che rischi la vita, vero?!"

" Amo il rischio". 

- "Dovresti fare attenzione."

[Come siamo finiti qui?]

[ - Mi guarda...] 

- "Non. Non fare il suo stesso errore. Non confondere vita e letteratura."

[Respiro].