Un
testo profondo, questo del Nostro, che dietro solo apparente, - ben inteso -
spirito goliardico e un pò scollacciato, mette in scena ancora una volta il
serio dubbio esistenziale di un'intera generazione.
Resa
schiava dalle circostanze e da inique scelte imposte ma mai interiorizzate. Si
leva chiaro il dissenso che è solo apparente rassegnazione, il grido soffocato
di chi è convinto in cuor suo di aver tentato il tutto per tutto.
Ma
che un sistema sordido, destina ad alcuni, i soliti noti diremo, un avvenire
brillante e, ad altri per citare il grande Poeta "pianto e stridor di
denti".
Concludo
questa mia piccola, umile analisi, con il verso cardine di tutto il
componimento:
"...e lei diceva, si tu nun me vuò spusa, c'à nun se chiava"
"...e lei diceva, si tu nun me vuò spusa, c'à nun se chiava"
https://www.youtube.com/watch?v=JtMqqVDQPNs
Il testo è di Maria Rita Orlando. All rights reserved-©. Opera pubblicata ai sensi della legge 22 aprile 1941 n. 633, capo V, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione, in qualunque forma, senza autorizzazione dell’Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta legge.