[Noi
siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia
rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne
tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue
contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare,
gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per
non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua
memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di
veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale
nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici,
si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima
indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione
morale.]
Pier Paolo Pasolini.
Scritti corsari, 1975
«L’uomo
tende a addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi,
perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va
creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I
poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale,
della furia filosofica».
Pier Paolo Pasolini
L'immigrazione è un problema serio, da affrontare nella giusta
visuale che va oltre la retorica e il buonismo di cui siamo, noi che ci
proviamo ad analizzare la situazione, accusati da questa o da quella
parte. Siamo poeti o pseudo tali, come volete, la nostra arma è la
parola e la parola usiamo, tentando di dare voce a quelle voci oggi
soffocate da un dilagante razzismo voluto dal potere, che attraverso le
divisioni e l'intolleranza continua a pasteggiare sereno. Il buonismo a oltranza porta a una politica di ghettizzazione di cui non vogliamo fare parte.
Andrea Caternolo ieri, durante una discussione privata che mi auguro vorrà ampliare per noi, mi scrive: se si fosse politicamente responsabili si riconoscerebbe l'immigrazione
come un problema da affrontare, un carico da sostenere. ma a termini di
coerenza politica e valori costituzionali quel carico dovrebbe essere
assunto dalla collettività secondo criteri di solidarietà e
progressività.
Non siamo un partito politico e non vogliamo far
leva sui buoni sentimenti per far si che si prepari la strada al ghetto,
direzione nella quale siamo evidentemente direzionati. Noi proviamo a
invadere gli spazi poetici con ragionamenti e analisi che vanno oltre la
poesia, alla ricerca di un'unione necessaria ad affrontare la
situazione. E' più di anno che tentiamo questa strada. perciò
qualunquisti e buonisti andate a dirlo da un'altra parte. Noi ci
proviamo, almeno. Voi? Da soli non siamo nulla, per quello chiamiamo a
raccolta chi sa usare la parola che si affianchi alla nostra lotta,
forse inutile come qualcuno dice, ma sempre migliore di un silenzio che
diventa complice. Ad majora, vamonos.
Annamaria Giannini
#iomivergogno è estensione naturale di #arrestatelerondini #ilreatodimigrare #preghieraperilmare Dopo gli ultimi accadimenti e l'aria densa e nera che ricopre il nostro Paese abbiamo sentito l'esigenza di urlare che
NOI NO. NON SIAMO COSI.
Vi invitiamo a postare qui: https://www.facebook.com/events/1160946583931846/
le vostre frasi, le vostre poesie con l'#iomivergogno. Ne faremo foto
copertina per contrastare il razzismo, la non accoglienza, il non amore.
Vi porteremo con noi a Spinea (VE) al CONGIUNZIONI FESTIVAL: https://www.facebook.com/congiunzionifestival?fref=ts
e ovunque ce ne sia bisogno. Saremo protagonistii di un sentire diverso
che va oltre la poesia, il reading classico, lo spettacolo. Tra il dire
e il fare oggi c'è di mezzo un #iomivergogno che vogliamo scolpire
sulle facce di chi ci fa vergognare.
Annamaria Giannini – Santina Lazzara – Sebastiano Adernò
#iomivergogno #102volte -Web
https://www.youtube.com/watch?v=XBqy57I8Hfo&feature=youtu.be
https://plus.google.com/explore/iomivergogno
http://poesiaurbana.altervista.org/12076/