sabato 23 luglio 2011

La mia sigaretta brilla rossa




E’ da giorni che ci giro intorno.
L’urgenza della scrittura per mettere ordine.
Ordine in me facendo ordine intorno a me.
Ancora madida di sudore ma soddisfatta per certi versi.
La ghiera del ventilatore stabilizzata, fin quando regge la malferma vite.
L’aeratore in bagno non gracchia più (potenza di una molletta da bucato).
E’ stato più arduo il sifone del lavandino, ma con chiave inglese, sigillante e isolante polimerico di teflon, sembra fatta.
Solo la rete delle zanzariere e le spore alle pareti mi vedono sconfitta.
Ma è una ritirata strategica, in verità.
In attesa di armamenti adatti. Maledetti strumenti chinesi. L’acciaio tedesco è costoso, ma necessario.
Già, necessario, adesso. Adesso che vado via, nonostante la mia volontà.
Qui, dall’alto, intorno a me il buio.
Luci da presepe e il rosso della mia sigaretta.  La brezza della sera dà sollievo alla mia pelle.
Tutto sembra quiete, attutite in lontananza voci familiari. Ma non mi toccano, non mi scalfiscono, non mi feriscono. Anzi, mi mettono addosso una triste dolcezza.
La brezza. Si, la brezza sulla mia pelle ancora pregna delle gocce di sudore, degli effluvi della mia persona fino a qualche ora fa, lì al chiuso, a carponi, alle prese con tubi cromati.
La mente vaga, ancora.
Poco prima ho riempito un barattolo di sabbia finissima, sottile.
Ebbene si, la sabbia. Ne riporto sempre con me un poco viaggiando. Colmando contenitori con silicei colori. Nera, rossa, rosa, bianca. Quasi metafore di tempi racchiusi in improbabili clessidre.
Mi scuote l’abbaiare di un cane tra voci adesso sconosciute.
La sigaretta è consumata. Rientro. Scendo giù nel mio quotidiano.
Inferno. Ma è il mio posto e lo difenderò con tutta me stessa.















Tutto il materiale, testi e foto sono di Maria Rita Orlando. All rights reserved-©. Opere pubblicate ai sensi della legge 22 aprile 1941 n. 633, capo V, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione, in qualunque forma, senza autorizzazione dell’Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta legge.

Con ghigno crudele

Maria Rita Orlando ph. All rights reserved-©








 

Con ghigno crudele
inchiodi l’anima
Colpita precipito.
Livida. Attonita. Martoriata.
Emergi dall’oscurità.
Ti vedo. Tremo.
Ti vedo. Avanzi.
Ti vedo. Mio carnefice.
Ti vedo. Allo specchio.
Io.

 

 

 

 

 

 

 

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martedì 19 aprile 2011

Carissimo Pinocchio



 



Maria Rita Orlando ph. All rights reserved-©.
Eccoti lì che dondoli in balìa dei miei giorni. Fissato alla 24 ore di cuoio.
Ventiquattrore. Dentro credo che stia una vita.
Autoregalatami fresca di laurea. Sei stata un bel pò riposta in attesa di successi e tempi migliori.
Che tardavano a venire. Patria maligna ladra di futuro.
E un giorno ho deciso di prenderti con me. Mi ero stancata di aspettare.
Adesso siamo simili, con qualche graffio sulla pelle. Segni distintivi dell’esistere.

Ma va bene, anche così. Pinocchio sembra annuire, sornione e beffardo.
19 aprile 2011 



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lunedì 18 aprile 2011

La felicità ci passa accanto silenziosa





Maria Rita Orlando ph. All rights reserved-©.
Scorgo una stringa di carta rosa tra mani innocenti. "La felicità ci passa accanto silenziosa e non sappiamo riconoscerla". Sobbalzo, mi appare più simile a quei rotolini racchiusi nei filatteri per la preghiera, contenenti brani della Torah, che una riflessione da poco.
Macino chilometri. L'urgenza della scrittura per mettere ordine ai pensieri.
Forse sto sbagliando tutto. Basta poco.
Come le parole gentili di un ragazzo dal crine canuto e dagli occhi dolci che dice: "Veramente, il nostro tempo era ieri".
In viaggio. Ritorni allo sguardo, sei ingrassato un pò, fratellino dagli occhi color ramarro.
Non fumi più, dici. E cos'altro non fai?
Non hai mai incontrato una come me. Ma alla luce del mio sentire non so se possa essere motivo di vanto.
Alla radio Vasco " Vivere non è facile...".
Segnale. Tempio dorico. In effetti non siamo niente di fronte ai millenni.
Yes, it's all about head. Si, è proprio così.
Sorrido. Sono sempre stata eccessiva nel mio sentire. -


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venerdì 15 aprile 2011

Debbo andare via, per ritornare



"Debbo andare via, per ritornare" mi ripeto, incurante del gelo che mi sferza.
Considero - attraverso un nitido vetro scuro che nasconde lo sguardo - la vita.
La seduta mi accoglie, strano, sembra più ampia, come se in questo cammino mi fossi rimpicciolita.
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Le voci intorno sono ovattate ed indistinte. Adesso è necessario che vada.
Pubblicità. Hasta  siempre comandante.
In viaggio mi torna alla mente quel saggio sul Fuoco dell’attenzione, su quando sei così preso a seguire i tuoi pensieri, un’idea fissa, che, paradossalmente perdi di vista la tua strada. E segui altro.
Accidenti, mi si chiudono gli occhi. Sono tanto stanca, quella luce azzurra mi ucciderà prima o poi.
L’aria fredda aiuta. Alla radio quella canzone che dice, “It’s complicated, so complicated” e ti chiedi per l’ennesima volta chi la canta e qual è il suo titolo.
Si, meglio fermarsi. Un po’.
Inali boccate d’assenzio. E pensi a dialoghi silenti e come maledici quegli sciocchi segni e sai che qualcosa ne verrà.
E’ tardi, ti scrolli la cenere di dosso e parti. Di nuovo.
Pubblicità. Lo sguardo si posa, anche senz’acqua le ginestre sono fiorite.



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